Consulta dell’ambiente, ancora tempo lunghi per il depuratore Cosilam

4 MIN

Si è tenuta ieri, il 3 dicembre, la consulta dell’ambiente relativa alle problematiche dell’impianto di depurazione della zona industriale di Cassino. Criticità annose, che tutt’ora colpiscono i nostri concittadini che vivono nella zona “solfegna”.

Il depuratore, di proprietà del Cosilam e dato in gestione alla AeA srl, ancora oggi desta malcontento nella popolazione rendendo di fatto quella zona ai limiti della vivibilità. Cattivi odori, miasmi e scarichi non controllati. Per non parlare di quelle aziende che ancora non sono state collegate alla rete fognaria di depurazione. Duro è il fronte di protesta dei cassinati che per anni hanno fatto esposti e denunce che hanno portato all’emanazione di alcuni avvisi di garanzia fino al sequestro temporaneo dell’impianto.

La conferma dei malfunzionamenti

A conferma dei malfunzionamenti anche i diversi report di ARPA Lazio dove sono risultati fuori dai limiti di legge proliferazioni batteriche di Escherichia Coli. E un elevato grado di inquinamento (BOD).

[smartslider3 slider=”6″]

I presenti e non, AeA srl non pervenuta

Alla seduta svoltasi ieri nell’aula Restagno del comune di Cassino erano presenti, oltre al sindaco ed ai consiglieri della commissione ambientale, anche il presidente Delle Cese ed il direttore l’ingegnere Di Vizio del COSILAM. A rendere ancora più difficoltosa, per noi comuni mortali, la comprensione e la suddivisione delle responsabilità in merito alla gestione del depuratore, l’assenza dei rappresentanti della società AeA srl, nonostante il vice sindaco Francesco Carlino faccia parte del Comitato del controllo analogo e congiunto.

Insomma, a Cassino come nel resto del nostro Paese, oltre la nebbia naturale e fisiologica, bisogna prendere atto che ve ne è anche in questi enti dove poco netta è la linea che distingue il pubblico dal privato.

Gli investimenti

Come disse il grandissimo Massimo Troisi parlando del problema della disoccupazione: «A disoccupazione pure è un grave problema a Napoli, che pure stanno cercando di risolvere… di venirci incontro… stanno cercando di risolverlo con gli investimenti… no, soltanto ca poi, la volontà ce l’hanno misa… però hanno visto ca nu camion, eh… quante disoccupate ponno investi’? […] cioè, effettivamente, se in questo campo ci vogliono aiutare, vogliono venirci incontro… na politica seria, e ccose… hann’ ‘a fa’ ‘e camiòn cchiù gruosse».

Allo stesso modo, sperando non venga investito alcuno, anche il COSILAM ha messo in moto una serie di procedure atte ad intercettare dei fondi. Logicamente soldi pubblici, col fine di realizzare quelle opere atte a migliorare l’impianto e la relativa rete fognaria.

Gli interventi

Sostanzialmente gli interventi riguarderanno in primis l’adeguamento delle vasche col fine di ridurre i miasmi ed i cattivi odori, mentre la seconda trance di denaro, che verrà dal “pacchetto Automotive”, riguarderà il rifacimento della condotta fognaria ed un ampliamento della stessa. Investimenti, sia il primo che il secondo, di diversi milioni di euro.

La terza fase, ma non per cronologia, è di tipo burocratico. È intenzione del Cosilam prendere in gestione il tratto di rete fognaria sita nel comune di Cassino, sgravando di fatto il sindaco da eventuali responsabilità.

La tempistica degli interventi

Il fine della riunione della consulta era quella di portare in visione i progetti degli interventi che verranno effettuati e la tempistica di realizzazione degli stessi. Mentre per quelli relativi alla rete fognaria, si sa ben poco, per ciò che concerne la “sistemazione delle vasche” e quindi la risoluzione del problema “maleodorante” il Presidente Della Cese ha informato che il 14 corrente mese verrà pubblicato il bando.

A gennaio verrà assegnata la gara e da lì decorreranno almeno 150gg prima che i lavori inizino. A conti fatti, se tutto va bene, se ne parlerà a giugno/luglio, senza calcolare il tempo di realizzazione del progetto.

Gli interventi della “consulta”

Nonostante la professionalità dell’ingegnere Di Vizio nell’esplicare i progetti, sin da subito le “alzate di mano” sono state frequenti. A partire dal rappresentante del comitato “Solfegna-Cantoni” che ha tenuto a precisare che nella precedente riunione tenutasi ad ottobre le tempistiche degli interventi preannunciate non sono state rispettate. Fino alla richiesta di Italia Nostra, di inserire nell’ordine del giorno della prossima convocazione “l’inquinamento da particolato”. (leggi post…).

Andando per ordine, dopo l’intervento del rappresentante del comitato su menzionato, smentito poi dal sindaco in persona ma tralasciando non pochi dubbi, ci sono stati diversi interventi della Dottoressa Geologa Antonella Forli e del rappresentante di Italia Nostra il Dottore Agronomo Sergio Giannitelli. Ad emergere da questi interventi è come sia di fatto diventato difficile parlare di ambiente correlato a queste strutture. Il quadro che viene fuori dal dibattito è a dir poco sconcertante, tanto da far fare “spallucce” ai relatori. Il messaggio che “ritorna” è sempre lo stesso, come evidenziato dalla Geologa Forli – «chi paga può inquinare». In questi sistemi industriali, appurato non vi sia un sistema di autocontrollo certificato nelle industrie, gli enti deposti al controllo delle strutture e delle relative “produzioni” non badano per nulla a ciò che viene disperso nell’ambiente. E che col tempo si accumula distruggendo interi ecosistemi ed avvelenando terra ed acqua.

Qualcuno ha contezza?

A sollevare la quaestio il dottore Agronomo Sergio Giannitelli – «E’ veramente orribile sentire chiamare canali di scolo quelli che sono fiumi e torrenti. Posti che sin da bambino ho frequentato per la mia passione della pesca. Torrenti dove le trote un tempo si andavano a riprodurre ed erano pieni di altri pesci e anfibi. Siete mai andati a tastare con i vostri occhi oggi quale sia l’effettivo stato di quei fiumi? Qualcuno ha contezza effettiva di quale sia lo stato di avvelenamento di quelle terre percorse dai quei corsi d’acqua? Tenuto conto soprattutto che ad oggi molta di quell’acqua ancora viene utilizzata per l’irrigazione».

Qui non c’è bisogno solo di investimenti, bisogna cambiare proprio la politica, la direttiva della stessa ed iniziare a mettere avanti il Bene Comune…aumentare i controlli è d’obblig o,ma avere contezza della reale situazione ambientale e sull’effettivo grado di inquinamento in cui versano i nostri “elementi” è doveroso soprattutto da parte del primo cittadino che dovrebbe tutelare prima di ogni cosa l’incolumità pubblica.

Lascia un commento