Inquinamento del Gari, le denunce di Italia Nostra

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Ciò che si evince dopo anni di lotta ambientale a 360° nella nostra terra è che non vi è alcuna visione di insieme che possa portare a concretizzare un vero e proprio piano di tutela e risanamento del nostro territorio. È incredibile come le varie amministrazioni locali, provinciali e regionali siano estremamente intime nello spartirsi ruoli apicali e incarichi. Mentre lontanissime da quelle che sono le problematiche ambientali che ci attanagliano.

La situazione drammatica

Questo emerge anche nell’interazione sinergica tra la Dottoressa Isabella Quaranta ed il dottor Angelo Antonio Spallino, ambedue facenti capo alla nota associazione ambientalista Italia Nostra. I due esponenti, la prima segretaria della sezione del Golfo di Gaeta, mentre il secondo di quella di Cassino, denunciano e rendono nota una situazione drammatica che di fatto “attraversa” i territori non solo del cassinate, ma anche quelli della provincia di Latina.

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Le vere criticità

È proprio il dottor Spallino, presidente della sezione di Cassino, che da sempre vigila su queste problematiche ad introdurre e descrivere la criticità. «L’inquinamento del fiume Gari – spiega – è diverso da quello riscontrabile negli altri fiumi; addirittura unico, a mia conoscenza, tra i fiumi che si formano da risorgive, come il Pescara, lo Stella, il Tirino. Il fiume Gari deve il suo triste destino alle scelte urbanistiche fatte nel primo dopoguerra che sottoposero ad urbanizzazione tutta la vasta area sorgentizia che aveva le sue polle più alte dove adesso si trova la Chiesa Madre.

«Queste – osserva Spallino – confluiscono dove sorge la Villa Comunale con una portata di 3 – 4 metri cubi secondo. L’area sorgentizia con più portata è quella delle storiche Terme Varroniane, dai 17 ai 20 metri cubi secondo. La scelleratezza di chi costruiva non prevedeva opere di urbanizzazione degne di un paese civile e molte sorgenti furono tombate da fondamenta di palazzi ed il loro percorso tramutato in collettore fognario».

Scarichi nel fiume

«Ma quello che appare gravissimo – dice ancora Spallinoè che ancora, addirittura nel centro di Cassino, alcuni palazzi scarichino in fosse di sedimentazione fuori legge con sversamento poi nel fiume. Quello che si conosce del sistema fognario di Cassino viene tramandato dalla memoria dei vari dirigenti del settore avvicendatisi negli anni. Manca una mappa completa del sistema e tutto viene lasciato all’improvvisazione. Addirittura sembra che manchino collettori fognari in molte strade del centro. Si ha il sospetto anche che molte case costruite alle pendici di “quel Monte cui Cassino è nella costa” usino fosse a dispersione.

Un tratto del fiume Gari

Le nefandezze

«Queste nefandezze – conclude – sono ancora più gravi dei tanti sversamenti che inquinano il Gari lungo il suo percorso. Ricordiamo il malfunzionamento del depuratore Cosilam che da anni inquina il Gari. Come anche il fatto che siamo stati noi ad accorgerci che il depuratore Acea trattava solo il 50% di quanto vi affluiva per essere trattato. Il fiume Gari dopo aver ricevuto come affluenti le acque del fiume Rapido e del Melfa (deviate dal 1956 sul fiume Rapido) confluisce nel fiume Liri per formare il Garigliano».

Tutto arriva a mare

Non può che prenderne atto a conferma delle proprie preoccupazioni è Isabella Quaranta : «Non dimentichiamo che tutto ciò che confluisce nel Garigliano. Poi giunge a mare, nel nostro Golfo. Ambientalisti hanno segnalato nel Gari pesci deformati, a tal punto da suggerire il non pescaggio. Non facciamoci del male ulteriormente. Stiamo valutando di affidare a un istituto universitario italiano un’analisi dettagliata della qualità delle nostre acque marine. Antistanti le nostre spiagge».

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In un momento così particolare e difficile, dove le tematiche ambientali stanno finalmente diventando fulcro su cui basare le politiche future, è importante che gli amministratori inizino a passarsi una mano sulla coscienza. Concentrando risorse a tutela dell’ambiente. Fondamentale sarà realizzare una sinergia tra gli enti in modo da avere una visione globale del problema.

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