Croniche dall’isola (che non c’è) senza Covid

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Quando Cassino (è roba di poche settimane fa, per esempio il 27 gennaio e i giorni successivi) era il capofila, con distacco, per numero di contagi in Provincia e (quasi) nel Lazio, nessuno dei Sindaci chiese per la nostra Città la proclamazione della zona rossa, l’embargo o la nuclearizzazione. Per fortuna, bisogna aggiungere. Rispetto Istituzionale? Cortesia? Non lo sappiamo. Oggi che un’intera provincia è stata “fermata”, Salera -che pure aveva correttamente ritenuto di chiudere le scuole per precauzione già una settimana fa, sembra tornare sui suoi passi, e vorrebbe attivare la via politica per far revocare l’ordinanza di Zingaretti. Solo per noi. Sarà per amore, sarà per noia, ma a noi sembra più che altro la messa in pratica di un suo stato d’animo preciso: “Prima ero proprio un indeciso, ma adesso non ne sono più tanto sicuro“.

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Con il cappello in mano

Parla e conciona di fattori epidemiologici di rischio con la disinvoltura del maestro di Burioni. Eppure, è la stessa persona che ricordava a un divulgatore scientifico della zona che non ci si deve improvvisare virologi tuttofare. Delle due, l’una: o ha seguito un corso accelerato di epidemiologia delle infezioni virali, oppure su questo tema non ha un’idea né precisa, né approssimativa, e si lascia guidare dall’onda emotiva del momento. Non sembrano esserci altre spiegazioni. C’è di più. Visto che i suoi viaggi a Roma si svolgono sempre verso l’interlocutore sbagliato (grida ancora vendetta la gitarella da Speranza per la risoluzione del problema degli Anestesisti all’Ospedale, problema mai risolto da un anno quasi), sarebbe il caso di evitare di andare nella Capitale come un semplice questuante, quasi con il cappello in mano, per chiedere aiuto agli “amici”.

Revoca ad Civitatem

La questione è strutturale: a parte il fatto che una revoca “ad Civitatem” (ma non era il PD quello contrario alle leggi “ad personam”?) creerebbe un precedente pericolosissimo (e se in settimana lo facessero, uno per uno, tutti i 50 Comuni circa non compresi nell’elenco ufficiale della ASL?), la logica istituzionale (per chi la conosce, ovviamente…) prevederebbe tutt’al più un ricorso formale. Un aspetto a cui, in maggioranza, non si è evidentemente pensato, magari perché il Sommo non fa toccare palla a nessuno su questo problema. Possiamo capire che uno come Lui è troppo impegnato a non ascoltare anima viva (o morta), per cui non legge il nostro blog. Ma magari potrebbe farsi fare un riassunto da qualcuno dei suoi, e così scoprirebbe che nessuna Comunità (scolastica, commerciale, sportiva, comunale) è un’isola… isolata.

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Da fustigatore a Masaniello

I provvedimenti restrittivi, alla fine, non fanno altro che prendere atto che alcuni Sindaci (fra cui lui stesso, costretto ad assumere un’ordinanza alquanto tardiva, edulcorata e inapplicata) non riescono ad evitare assembramenti e promiscuità in ogni dove. Insomma, Salera avrebbe dovuto e dovrebbe far rispettare le regole. Non vestire i panni un giorno del fustigatore (a parole) di abitudini e costumi, poi quelli dello sceriffo “alla De Luca” e infine quelli del Masaniello ribelle alle decisioni. Il vero dramma? È che i Governanti locali per primi non hanno capito che il contrasto a questo virus non si fa con la demagogia a corrente alternata. Ma con una strategia seria di controllo delle cattive abitudini di quella quota di cittadini menefreghisti che danneggiano tutta la collettività

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