Riecco il TAV: treno ad alta variabilità

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Quello che è successo “dietro le quinte” dello spettacolo andato in scena sulla cancellazione delle fermate Tav di Frosinone e Cassino e del loro successivo reintegro, non lo sapremo mai. Ma è facile immaginarlo. Anzi facilissimo. Andiamo per ordine, prendetevi tre minuti del vostro tempo, sedetevi sul divano e imbracciate un sacchetto di pop corn. Riecco il Tav.

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Ieri pomeriggio è cominciata a circolare la notizia che Trenitalia aveva soppresso le fermate Tav a Cassino e Frosinone. Ovvero le due corse Freccia Rossa Napoli – Milano/Milano -Napoli con sosta nella terra di lavoro e in ciociaria, almeno non si offende nessuno. I cassinati, che non amano farsi chiamare ciociari, e i frusinati, che con Cassino non vogliono averci nulla a che fare. Si diceva per colpa del Covid. Ma come? Le fermate sono state inaugurate in piena pandemia, precisamente il 14 giugno. Poco più di un mese dalla fine del lockdown. Con la promessa della politica locale che questa iniziativa avrebbe cambiato le sorti del territorio.

Orde di turisti e professionisti….a parole

Turisti, professionisti, studenti, orde di persone che sarebbero saliti e scesi dalla città martire grazie al sogno Freccia Rossa, inseguito per anni e finalmente realizzato. Ma in quattro mesi, di turisti se ne sono visti pochissimi. Si e no saranno scese nella stazione di Cassino, ogni giorno, dieci persone tra la tratta di andata e quella di ritorno. Senza dilungarci troppo, Trenitalia ha sempre sostenuto che le due firmate erano state istituite in via sperimentale per i mesi estivi. Quindi, qualora la la principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario passeggeri avesse ritenuto di dover sospendere tutto perché non conforme ai suoi standard, l’avrebbe potuto fare tranquillamente. Con buona pace di politicanti e cittadini.

Stemm a fa na figur….

Una cosa che possiamo dare per certa è il tam tam di telefonate tra i gli esponenti della maggioranza non appena appresa la notizia. «Aoh ma che sta a succer, stemm a fa na fugura r mer…», sussurra con la loquacità di un facocero affamato un consigliere comunale dall’altro capo del telefono all’assessore Danilo Grossi. Uno, insomma, che ha i Zingaretti in paradiso. Panico. Le opposizioni scalpitano e tirano bordate a destra e a manca. Prima Peppino Petrarcone e poi Salvatore Fontana cercano di smuovere i pilastri del cielo con dichiarazioni al vetriolo. Intanto però a Frosinone già c’è chi si è messo all’opera e ha chiamato chi doveva chiamare. Perché è palese che non è per il peso politico del cassinate che si è arrivati alla all’epilogo di questa cinematografica vicenda. Il Sindaco come aveva glissato accuse e fatti con il solito: io speriamo che me la cavo. O meglio «Speriamo in ripristino con miglioramento situazione covid». In 24 ore, noi non vediamo migliorie.

Insomma, mentre a Cassino succedeva il pandemonio tra attacchi, contrattacchi, trik trak e bombe a mano, ecco il post del Presidente del Consiglio Regionale, Mauro Buschini che entra con la trombetta in mano, stile Lello Arena: «Annunciazione, Annunciazione». «Nonostante l’acuirsi dell’emergenza Covid abbia avuto effetti dirompenti anche sul sistema dei trasporti ferroviari di tutta Italia, – spiega Buschini – da domani mercoledì 18 novembre, e dopo una sospensione brevissima per la riorganizzazione dei servizi, due Frecciarossa al giorno fermeranno a Frosinone e Cassino». Ecco il nuovo TAV: treno ad alta variabilità.

Il gorilla protagonista della nota pubblicità Crodino sta ancora facendo le capriole dalle risate. Sipario!

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