Scuola si, scuola no, quando tutti vorrebbero decidere

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Scuola aperta si, scuola aperta no. Un dibattito che vede ormai schierate orde di mamme ma che coinvolge diversi aspetti. I bambini sono stanchi di stare da soli, molti hanno difficoltà a seguire le lezioni e a interagire con gli insegnanti. I ragazzi con disabilità possono andare a scuola in presenza, ma viene a mancare uno degli aspetti principali, la socializzazione con i compagni. Molti hanno paura del contagio, delle varianti, dell’impossibilità dei bambini piccoli di indossare le mascherine.

Lavoro agile

Maestre a favore, altre contrarie. C’è anche da dire che le famiglie sono esauste, quello che sarebbe dovuto essere smart working, lavoro agile!, è diventata una trappola che tiene i genitori incollati a tablet e pc ben oltre l’orario di lavoro previsto. E i bambini stanno perdendo il contatto con la realtà, il ritmo sonno veglia, in un caos che non riescono a gestire gli adulti, figuriamoci i piccoli. A margine dell’incontro che una delegazione del Comitato ScuolAperta ha avuto in Comune con il sindaco e l’assessore Tamburrini è stato annunciato che è tutto pronto per una riapertura già lunedì. Ma chi è in realtà che può decidere?

Confusione

Ci sono ancora delle disposizioni del Governo e della Regione che stanno dettando linee e criteri. Per la scuola sembra improbabile che si possa decidere di riaprire lunedì per chiudere dopo pochi giorni per le vacanze di Pasqua. La confusione regna e la richiesta d’aiuto da parte dei genitori e delle famiglie, provate da questa gestione critica del tempo e delle attività quotidiane, stanno creando disagi e danni. E poi ci sono i politicanti che cambiano idea a seconda da che parte gli viene tirata la “giacchetta”. Si passa dall’aspettiamo (in eterno) cosa ci dice il governo, ad atti di ribellione da buona sceneggiatura di una “commedia all’italiana”, a seconda dell’evenienza.

In realtà tutti hanno bisogno di tornare alla “normalità”, ma cosa rappresenta ora la “normalità”?

Il vero desiderio

Il desiderio di tornare a scuola, sul posto di lavoro, di sapere quando si entra in ufficio e quando si esce, di avere di fronte la maestra e dividere la giornata tra scuola, compiti, attività. Il Covid ha rubato tutto questo, le certezze sono diventate incognite, i soldi stanno finendo, la distanza che il virus ha creato tra una persona e l’altra difficilmente si potrà colmare, sicuramente non con i cancelli delle scuole aperti.

Non è un cancello aperto a fare la differenza ma ciò che quel cancello aperto rappresenta, la vita che scorre tra i piccoli banchi e dietro i vetri coperti da carta colorata. Le risate dai cortili o quel vocio che vola via dalle finestre aperte i primi giorni di primavera. Ecco, il Covid ci ha rubato questo e l’indifferenza di chi non rispetta le regole è solo un’aggravante di cui noi, adulti, siamo colpevoli.

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