Confcommercio: «Per Cassino subito un’unità di crisi».

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Tre giorni di zona rossa e i commercianti della città si dividono (come sempre). Da una parte chi ha sollecitato il Sindaco Enzo Salera a richiedere la revoca dell’ordinanza del presidente della Regione Lazio, eventualità fallita miseramente. (Leggi qui). E chi, dall’altra, invece ritiene che la zona rossa sia un intervento giusto per contrastare la pandemia anche se alcune imprese dovranno stringere ulteriormente i denti.
In queste ore è intervenuta sull’argomento Confcommercio che ha sottolineato il fatto che alcune attività che insistono sul territorio, stanno contravvenendo alle regole di vendita. Confcommercio Lazio Sud Cassino, attraverso il proprio presidente Bruno Vacca, chiede un confronto con l’Amministrazione comunale. Il fine è quello di avviare una serie di iniziative e provvedimenti volti a sostenere le attività commerciali e le imprese.

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L’abusivismo dilagante

Inoltre il presidente Bruno Vacca ha specificato che in questo particolare momento occorre essere responsabili perché la città non può permettersi che la situazione, dal punto di vista pandemico, degeneri ulteriormente. Quello che preoccupa Confcommercio in questi giorni in cui la città è in zona rossa, è anche il dilagare «del fenomeno dell’abusivismo. In particolare nel settore dell’acconciatura e dell’estetica. Stessa situazione per il florovivaistico. Ma anche nei pubblici esercizi e la ristorazione».

«Da questo emerge l’esigenza di avere maggiori controlli sul territorio.
Fin dall’inizio della pandemia abbiamo richiesto all’Amministrazione
– ha concluso Bruno Vaccaun tavolo di confronto sullo stato di emergenza (unità di crisi) che verificasse la situazione delle imprese presenti sul territorio comunale. E che fornisse strumenti adeguati a supportare e orientare le imprese rispetto alle necessità finanziarie (credito, sgravi, esenzioni, riduzioni, formazione, misure di compensazione, mancato guadagno, canoni di locazione, etc.)».

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La responsabilità

Intanto in città si allarga il fronte dei “responsabilisti”, ovvero quei commercianti colpiti dalla chiusura forzata che conoscendo la situazione della rete ospedaliera non avrebbero mai pensato di richiedere una revoca della zona rossa: «Nessuno può prendersi una simile responsabilità», affermano sui social. «Molti sostengono che questo provvedimento è ingiusto. Ma dobbiamo esaminare la questione a livello provinciale. A noi sembra l’unica soluzione per poi ripartire. Se continuiamo a ragionare attraverso personalismi non si andrà da nessuna parte».

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