L’informazione indipendente ma non neutrale.

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Nel mondo che vorrei non dovrebbe essere necessario restare anonimi per esprimere un pensiero. Giusto o sbagliato, il pensiero espresso rimane sempre personale e, sì giudicabile, ma fino ad un certo punto.

L’espressione di un pensiero al pubblico, mettendoci la faccia, può portare, come è successo in queste ore, a mettere sulla graticola persone che hanno una loro idea, giusta? sbagliata? ma chi non ce l’ha?

Una volta espressa questa idea si è oggetto e bersaglio di “legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”. Questo virgolettato è stato pronunciato da Umberto Eco. Stimatissimo e riconosciuto semiologo scomparso non da molto, ma evidentemente da troppo perché questo suo pensiero è caduto nel dimenticatoio.

È caduto nel dimenticatoio anche di quelle testate che, come Open o Repubblica, sono sempre state attente agli aspetti sociali e psicologici della notizia, ma che oggi sguazzano nel pubblicare notizie che aizzano le legioni. Sì perché una notizia può avere forti ripercussioni sulle persone coinvolte.

Ecco l’anonimato sul web ha lo scopo di dire quello che si pensa senza essere giudicati per chi si è, non per il contenuto di quello che si dice.

È nata da qualche tempo una testata giornalistica locale che afferma di essere “libera e indipendente, plurale, ma senza ostentare una illusoria neutralità”. Giusto! Infatti, per quale motivo chi si dichiara a favore dei rappresentanti del sistema dovrebbe mai tutelare la sua persona attraverso l’anonimato?

Quindi per quale motivo si dovrebbe leggere un blog che incensa sé e i suoi? Parliamo invece di quello che non va’, l’incenso lasciamolo alle chiese e vediamo di educare gli imbecilli.

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