«Sono un medico e ancora aspetto il vaccino»

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Mentre il mondo del personale sanitario si sta sottoponendo alla campagna vaccinazioni, ci sono due categorie che sono rimaste “fuori dai giochi”. Odontoiatri e medici liberi professionisti non avranno la dose di vaccino come i colleghi che lavorano in ospedali e ambulatori pubblici. Una situazione che ha lasciato contrariati anche i professionisti del territorio. Proteggere i medici significa non solo proteggere chi si occupa di assistenza, ma evitare che essi stessi diventino veicoli dell’infezione. Tutelando così tutti i cittadini dalla diffusione del virus.

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Manzari sugli scudi

Sul territorio a farsi portavoce di questa “anomalia” del sistema è stato il dottor Leonardo Manzari, stimatissimo otorinolaringoiatra di Cassino che gode di un eccellente fama internazionale per via dei suoi numerosi studi, riconoscimenti e articoli. Lo ha fatto su facebook esibendo sulla sua immagine del profilo la scritta: «Sono un medico e aspetto ancora il vaccino». Una frase che dice tutto. D’impatto si, ma composta. Come la sua indole, poco avvezza alle polemiche. Poi una breve spiegazione ai tanti che hanno mostrato vicinanza e solidarietà e ad un collega che ha raccontato la sua esperienza: «Caro amico mio stessa identica sorte, stesso iter, prenotato (il vaccino) dal 27 dicembre scorso presso la nostra cara ASL. Neanche un cenno di risposta. Consultato l’Ordine, mi hanno risposto che a breve avrebbero posto rimedio».

Un vaccino che potrebbe fare la differenza

In questo contesto, un ruolo di grande importanza nel garantire le cure sanitarie è indubbiamente svolto dai medici liberi professionisti e dagli odontoiatri, che in questi mesi hanno continuato a lavorare e che continueranno a farlo a stretto contatto con i pazienti. Come sempre. Un vaccino che potrebbe fare la grande differenza, soprattutto perché sono centinaia i pazienti che fanno riferimento a medici specialisti e che necessitano di cure odontoiatriche. Pazienti di tutte le età, dai neonati agli anziani, passando per malati cronici, gestanti e malati oncologici. Un’attenzione dovuta a una categoria professionale che lavora proprio come i colleghi che stanno ricevendo le dosi di vaccino già da qualche settimana.

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